domenica 28 dicembre 2008

La battaglia di Ortona


Nel dicembre del ‘43 Montgomery scatenò un’offensiva inutile e sanguinosa. Lo fece soltanto per compiacere gli osservatori mandati dal Cremlino

Nella storia della seconda guerra mondiale Ortona viene ricordata soltanto perché, dall’antica cittadina adriatica, Vittorio Emanuele III si imbarcò nella sua vergognosa fuga verso il sud, dopo l’8 settembre 1943.

Eppure lì si svolse una sanguinosissima, feroce battaglia casa per casa, che durò dal 6 dicembre di quell’anno sino 4 gennaio del ’44, tanto che Ortona è stata definita “piccola Stalingrado”. Fu una battaglia strategicamente quasi inutile, ma nella quale tedeschi e alleati misero un impegno smisurato, contendendosi per giorni ogni centimetro di terreno, e che provocò tremilacinquecento morti fra civili e militari dei due eserciti.

Ortona rappresentava il punto terminale, a est, della linea difensiva tedesca Gustav ma la sua conquista non avrebbe comportato - né comportò - uno sfondamento del fronte da parte dell’esercito angloamericano. Eppure il generale Montgomery non esitò a sacrificare uomini e mezzi in uno scontro che anche Hitler seguì personalmente, ordinando di non cedere terreno a qualsiasi costo.
Fra i caduti, ben 1.375 appartenevano al corpo di spedizione canadese, che si batté contro i reparti speciali di paracadutisti della Prima Fallschirmjäger division. I famosi “diavoli verdi” usarono tecniche di battaglia urbana molto simili a quelle che verranno poi adottate in Vietnam e in Irak: abbattimento di case per costringere le forze avversarie a percorrere terreni minati e sottoposti a un micidiale fuoco di annientamento. Non sorprende quindi che la battaglia di Ortona, oggi, venga ricordata soprattutto in Canada, e che sia stato presentato proprio all’ambasciata canadese il film-documentario Un Natale di sangue - Ortona 1943.

Presentato da Maurizio Costanzo, che è di Ortona, il documentario è stato realizzato da uno dei migliori registi del genere, Fabio Toncelli, con la consulenza storica inappuntabile di Marco Patricelli, autore di La Stalingrado d’Italia. Ortona 1943: una battaglia dimenticata (Utet, pagg. 230, euro 15,50). Il film, che verrà trasmesso su Rete 4 in una data da definire, ha la forza di un dramma e la documentazione di una ricerca storica accuratissima.

Immagini di repertorio restaurate in alta definizione, testimonianze e documenti (anche tedeschi) finora inediti, eccezionali ricostruzioni al computer e precise ricostruzioni sceneggiate portano lo spettatore nei vicoli dove si svolse una battaglia furibonda, fino alla prova documentaria del perché gli alleati vollero sacrificare tanti uomini e tanti mezzi per la conquista di un obiettivo militarmente inutile.
Un breve filmato dimostra che fra i comandi angloamericani c’erano degli osservatori sovietici, inviati appositamente da Stalin per verificare che sul fronte italiano si facesse sul serio e che si fosse determinati a avanzare verso nord.

In realtà, come sappiamo, Roma venne liberata solo nel giugno del 1944, passando per la battaglia di Cassino, e trascorrerà ancora un inverno prima che vengano sfondate le linee tedesche lungo la nuova linea di difesa.

Insomma tanti uomini morirono - e Ortona venne distrutta, con il suo prezioso patrimonio artistico - per dare un’inutile prova di forza e di determinazione a uso di Stalin. Una nuova ferocia aggiunta alla ferocia della guerra.

Da: Il Giornale, 17 dic 2008
http://www.storiainrete.com/2008/11/quando-in-italia-stalin-spiava-lalleato-americano/

Karl Nicolussi Leck

venerdì 19 dicembre 2008

Rivista Volontari, Marvia e Montagna vs Afiero

Massimiliano Afiero, colonna portante di Volontari, non è più il direttore tecnico della rivista in oggetto.

Parte dei collaboratori di Volontari entreranno a far parte della rivista SGM - Seconda guerra mondiale, Ed. Lupo, e - auspicabilmente - gli stessi creeranno una nuova rivista dedicata alla storia delle Waffen-SS.

A tal proposito, su un forum vi è stato un vivace scambio di vedute tra l'ex direttore e Marco Montagna, titolare della editrice Marvia:

Al cortese attenzione del moderatore,vorrei pregarLa di esaminare certe affermazioni che vengono inserite in questo topic dal Signor Waffen211, il quale non si firma e preferisce rimanere anonimo nell'esternare le proprie considerazioni che hanno raggiunto ormai il livello della diffamazione e della calunnia a scapito di una ditta che da anni lavora seriamente in questo campo.La invito quindi ad intervenire peGiustificar evitare ulteriori scadimenti della discussione. Marco Montagna dir. resp. VOLONTARI Titolare Marvia Edizioni

Faremo solo notare che alcuni potrebbero rilevare nella risposta di Montagna una certa volontà censoria, piuttosto naif e vittimistica, poichè le affermazioni di Afiero, pur risentite, erano tutt'altro che a livello di "diffamazione " e "calunnia"; inoltre, siamo costretti, nostro malgrado, a non avvallare del tutto che la Marvia "lavori seriamente in questo campo", perlomeno nell'accezione omnicomprensiva (auto)usata pro domo sua dal buon Montagna; infatti "seriamente" presuporrebbe anche da parte dell'editore, specie se di nicchia, un rapporto - se non sereno - trasparente con i suoi autori e collaboratori, e sia con Massimiliano Afiero come si evince dal post, sia con i due principali collaboratori fondatori della rivista della Marvia Milites (uno dei due era il sottoscritto) questo non è avvenuto. Senza tema di accuse di "calunnie" e "diffamazioni", poichè abbiamo decine di e-mail che dimostrano quanto affermato. In ambo i casi, in vece di un sereno confronto, e magari anche di una cessazione concordata della collaborazione, vi era da parte della Marvia l'assenza di contatto per settimane, per poi arrivare ad una imbarazzata, finale comunicazione.
Non esattamente un comportamento "serio", direi.
Andrea Lombardi