giovedì 7 febbraio 2008

La Linea Gotica ero io



La Linea Gotica ero io. Là dove sono state costruite autentiche opere di difesa militare, quarant’anni non sono valsi a cancellarne i resti. Andate a vedere la Linea Sigfrido e la Linea Maginot con i grandi ouvrages che si sprofondano sottoterra per molti piani. Hanno demolito a man salva per quattro decenni... ma non sono riusciti a cancellare le vestigia di queste fortificazioni. Sul Vallo Atlantico è la stessa cosa: i ruderi resistono sempre. Cercate di rammentare quanti bunker in calcestruzzo, quante cupole di acciaio avete notato recandovi da Milano a Rimini. In quale punto del vostro viaggio siete incespicati nella Linea Gotica? In nessuno, pensateci bene... in nessuno. Sono state sufficienti la pioggia e la neve di un paio di inverni per cancellare la Lineo Gotica, la mia linea. La Linea Gotica che ho fatto io, scavando febbrilmente con la mia vanghetta lunga due palmi, quando incastrarsi, scomparire nel terreno voleva dire avere qualche probabilità di guadagnarsi un’altra giornata di vita. Gli ultimi aerei nostri li avevamo visti sopra la testa in giugno o luglio del ‘44. Gli ultimi carri armati erano scomparsi in agosto. Non avevamo quasi più artiglieria. Ci muovevamo a piedi e solo di notte. La Linea Gotica eravamo noi, con le nostre buche e la nostra vanghetta... Però per gli ultimi cinque mesi del 1944 e i primi quattro del ‘45 questa linea è rimasta ancorata alle montagne appenniniche. Dove anche senza cannoni, senza carri armati, senza aeroplani, ma disponendo di vanghette e fucili si poteva fare la guerra. Quindi non perdete tempo... a cercar bunker in calcestruzzo, perché ormai lo sapete: la Linea Gotica ero io.

Helmut Soderbaum, veterano della Wehrmacht (da Davide Del Giudice, Riccardo Mori, La Linea Gotica)

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