giovedì 31 gennaio 2008
Josef Dietrich
Tratto da:
I Decorati della Ritterkreuz mit Eichenlaub und Schwertern
Vol. II Luftwaffe-Kriegsmarine-Waffen-SS
SS-Oberstgruppenführer und
Panzer-Generaloberst der Waffen-SS
Josef “Sepp” Dietrich
Nato a Hawangen il 28 maggio 1892 e morto il 22 aprile 1966 a Ludwigsburg, nel Württemberg.
Ritterkreuz des Eisernes Kreuz (120) il 4 luglio 1940 quale SS-Obergruppenführer e General der Waffen-SS e Comandante del (verst.) SS-Infanterie-Regiment (mot.) “Leibstandarte SS Adolf Hitler”. Grazie all’autonoma risoluzione nella guida della sua unità, conclusasi con la conquista della testa di ponte sul canale Aa, presso Watten, avvenuta il 26 mag-gio 1940, l’SS-Obergruppenführer Sepp Dietrich aveva influenzato in modo decisivo il veloce proseguimento delle operazioni su Wormhout, e anche successivamente, come era del resto già avvenuto in Polonia, si era particolarmente distinto per il proprio valore e la collaborazione con reparti corazzati e motorizzati della Heer.
Eichenlaub (41) il 31 dicembre 1941 quale SS-Obergruppenführer e General der Waffen-SS e Comandante della SS-Division “Leibstandarte SS Adolf Hitler”. Per le eccezionali qualità offensive mostrate nella battaglia del Mare d’Azov e nella presa di Rostov.
Schwerter (26) il 14 marzo 1943 quale SS-Obergruppenführer e General der Waffen-SS e Comandante della SS-Panzer-Grenadier-Division “Leibstandarte SS Adolf Hitler”. Ottenute per la riconquista di Kharkov, dal 10 marzo 1943 al 14 marzo 1943 e per le vittoriose battaglie difensive e offensive combattute tra il Donets e il Dnieper.
Brillanten (16) il 6 agosto 1944 quale SS-Oberstgruppenführer e Panzer-Generaloberst der Waffen-SS e Generale Comandante il I. SS-Panzer-Korps. Assegnate a Dietrich per il notevole contributo personale mostrato nell’arrestare l’avanzata delle truppe anglo-canadesi nell’area di Caen, in una durissima battaglia durata due mesi. Comandò quindi la 6. Panzer-Armee nel’Offensiva delle Ardenne, e in Ungheria.
Dopo la fine della guerra, catturato dagli Alleati, fu posto sotto giudizio nel processo di Malmedy, poiché accusato di aver dato ordini che incoraggiavano i suoi subordinati a non fare prigionieri. Charles Messenger (Graduate della Royal Military Academy di Sandhurst) nel suo libro Hitler’s Gladiator, una documentata biografia di Josef Dietrich, analizzando le prove portate al processo e, facendo altre considerazioni, conclude come non vi siano prove che Dietrich abbia mai dato quest’ordine, spiegando inoltre come:
[…] risulti difficile non concludere che gli americani erano determinati a portare Dietrich in giudizio non tanto per cosa avessero o meno compiuto i suoi soldati, ma solo perché era lui.
Messenger fa anche questa lucida ed equilibrata analisi:
Il 328th US Infantry Regiment […] in un ordine datato 21 dicembre 1944, specificava che “nessun SS o paracadutista sarà preso prigioniero, e saranno uccisi sul posto” […] e sono elencati un gran numero di casi dove questo ordine fu effettivamente messo in pratica. La vendetta, d’altra parte, non è considerata un’attenuante dalla Convenzione di Ginevra, e quindi anche gli americani erano parimenti colpevoli di crimini di guerra. L’unica differenza è che, alla fine, furono loro i vincitori.
Notiamo en passant che, dai prigionieri italiani inermi uccisi dai GI a Biscari e Comiso in Sicilia, risultato questo degli ordini impartiti dal Generale George Patton prima dello sbarco di non prendere prigionieri (ordine confermato da numerosi testimoni americani in sede di giudizio), ai casi di prigionieri tedeschi passati per le armi in Normandia, gli Alleati non ebbero sicuramente bisogno di “vendette” per compiere crimini di guerra, i cui perpetratori non furono quasi mai perseguiti. Su questo tristemente poco conosciuto argomento, basti citare i seguenti passi del diario di Norman Lewis, Ufficiale del Field Security Service inglese in Italia nel 1943…
11 settembre. Alcuni americani della 45a Divisione ci hanno detto di aver ricevuto dai loro Ufficiali l’ordine di non fare prigionieri tedeschi e anzi di finire col calcio del fucile quelli che tentano di arrendersi.
28 settembre. Ricoverato al 16th Evacuation Hospital americano di Paestum […] La maggior parte dei pazienti ha ferite di combattimento, e da molti di loro ho avuto conferma della storia che avevo trovato davvero incredibile, e cioè che alle unità combattenti americani gli Ufficiali hanno dato ordine di colpire a morte i tedeschi che tentino di arrendersi. Questi uomini sembrano molto ingenui e infantili, ma cominciano a mettere in dubbio che un ordine del genere sia morale.
…e il seguente passo del notissimo libro di Cornelius Ryan Il giorno più lungo:
Il marinaio Edward Ashwort, disceso da un LCT […] vide alcuni canadesi che conducevano sei prigionieri di guerra tedeschi dietro una duna […] Ashworth pensò che era la volta buona per impadronirsi di un elmetto da tenere come ricordo. Corse lungo la spiaggia e scoprì i sei tedeschi “accartocciati per terra”. Si chinò su uno dei corpi, ancora deciso a prendersi un elmetto. “Ma vidi che la gola dell’uomo era stata tagliata, a ognuno di loro era stata tagliata la gola”.
Tornando a Messenger, la sua valutazione sulla figura di Dietrich come uomo e Ufficiale è la seguente:
Che fosse un uomo molto coraggioso è certo, e che questo non fosse solo coraggio fisico, ma anche morale, specialmente riguardo agli interessi dei suoi uomini, in contrapposizione alle gerarchie del Terzo Reich. Sotto la sua dura scorza, vi era un uomo molto caloroso. John Toland, che lo conobbe nei suoi ultimi anni di vita, si formò di lui una opinione molto favorevole, e volle capovolgere il ritratto che ne aveva fatto precedentemente nel suo libro Battle: The story of the Bulge, dipingendolo come un “volgare e rozzo ubriacone”. In effetti, la sua immagine popolare era stata largamente formata dalla propaganda Alleata bellica e immediatamente post-bellica. […] È fuori di dubbio che egli avesse delle naturali, eccezionali qualità di capacità di comando. Ottenne anche dei notevoli successi in qualità di Generale, degni di nota visto il fatto che gli mancava l’addestramento e l’educazione normalmente posseduta da un comandante della sua anzianità [Messenger mette anche giustamente in rilievo come, negli Stati Maggiori tedeschi, questa mancanza di Dietrich avesse un peso minore che in altri Eserciti, data la grande importanza che avevano gli Ia, ossia gli Ufficiali addetti alle operazioni, nello stendere i piani. Dietrich ebbe la fortuna di avere nel suo Staff alcuni tra i migliori di questi ultimi, come Kramer e Lehmann, NdA].
Dopo questi commenti da parte avversa, aggiungiamo una testimonianza di Rudolf Lehmann, uno dei suoi principali Ufficiali di Stato Maggiore:
Sicuramente – il nostro vecchio comandante, per noi suoi subordinati “Obersepp” – non era un fine stratega, ma era un comandante di uomini e soldati di prima classe. Non poteva usare questo dono come Generale Comandante o come Comandante in Capo di un’Armata, e ne soffriva moltissimo. Non era neanche abile a formulare in modo perfetto un giudizio tattico su una data situazione, ma possedeva un sesto senso nell’identificare quelli che potevano diventare dei punti di crisi, e specialmente per come porvi rimedio. I suoi discorsi, molto rari e comunque sempre brevi, non contenevano alcun colpo di genio oratorio, ma ci si rendeva conto che venivano dal cuore e andavano da un cuore all’altro. Quell’uomo aveva un carisma straordinario. Chi lo ha conosciuto può solo ricordare con stupore e ammirazione come si mise davanti a un’onda umana di soldati tedeschi in rotta, in una notte di crisi, dove tutti stavano fuggendo dal nemico. Con il bavero del suo cappotto tirato su, e ambo le mani sprofondate nelle tasche, emettendo dei suoni in-comprensibili, ma dal tono infuriato, non solo fermò questi soldati, ma li fece anche tornare indietro verso la prima linea. E non potrà mai dimenticare neanche il suo consueto avvertimento ai Comandanti: “Portatemi i miei uomini indietro!”.
Spange 1939 zum Eisernen Kreuz I Klasse, il 27 ottobre 1939
Spange 1939 zum Eisernen Kreuz II Klasse, il 25 settembre 1939
Eisernes Kreuz I Klasse 1914 nel giugno 1918
Eisernes Kreuz II Klasse 1914 il 14 novembre 1917
K.u.K. Österr. Bronzene Tapferkeitsmedaille Kgl. Bayer. Militär-Verdienstkreuz III. Klasse mit Schwertern und mit der Krone, il 5 luglio 1918
Verwundetenabzeichen in Schwarz
Panzerwagenkampfabzeichen in Silber (istituito il 13 luglio 1921)
Schlesischer Adler-Orden II. - I. Stufe
Militär-Dienstauszeichnung 3. Klasse für 9 Dienstjahre (Bayern)
Blutorden der NSDAP il 3 marzo 1934 Goldenes Ehrenzeichen der NSDAP, nel 1934
Ehrenkreuz für Frontkämpfer
Ehrendegen des Reichsführer-SS
Totenkopfring der SS
SS Zivilabzeichen Nr. 7
Julleuchter der SS il 16 dicembre 1935
Winkel für alte Kämpfer
Deutsches Reichssportabzeichen in Gold
SA-Sportabzeichen in Gold
Wehrmacht-Dienstauszeichnung IV. Klasse
Wehrmacht-Dienstauszeichnung III. Klasse
Deutsches Olympia-Ehrenzeichen I. Klasse
Cavaliere di Gran Croce dell'Ordine della Corona d'Italia
Cavaliere di gran Croce dell'Ordine dei SS Maurizio e Lazzaro
Medaille zur Erinnerung an den 13.3.1938
Medaille zur Erinnerung an den 1 ottobre 1938 mit Spange "Prager Burg"
SS-Dienstauszeichnung II. Stufe il 9 novembre 1940
Dienstauszeichnung der NSDAP in Gold
Wehrmacht-Dienstauszeichnung I. Klasse
Medaille "Winterschlacht im Osten 1941/1942"
Krimschild
Grande Ufficiale dell’Ordine Militare d’Italia
Gemeinsames Flugzeugführer- und Beobachter-Abzeichen in Gold mit Brillanten
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